Assegno di mantenimento e assegno divorzile
Quando si affronta una separazione o un divorzio, uno dei temi più delicati riguarda gli aspetti economici e, in particolare, l’assegno che un coniuge deve versare in favore dell’altro.
Molto spesso si fa confusione tra l’assegno di mantenimento e l’assegno divorzile.
Sebbene entrambi rappresentino un sostegno economico per l'ex coniuge, le loro finalità, i requisiti e il momento in cui vengono richiesti e concessi sono profondamente diversi. Comprendere queste distinzioni è il primo passo per tutelare i propri diritti economici e prendere decisioni informate
Indice dei contenuti
Che cos’è l’assegno di mantenimento
L’assegno di mantenimento è disciplinato dagli articoli 156 e seguenti del Codice Civile ed è riconosciuto nella fase di separazione per garantire al coniuge un tenore di vita dignitoso nel caso in cui non sia in grado di sostenersi a causa di mancanza di adeguati redditi propri.
Secondo la Cassazione (Ordinanza 10 febbraio 2025 n. 3354) grava sul richiedente l'assegno di mantenimento, ove risulti accertata in fatto la sua capacità di lavorare, l'onere di dimostrare di essersi inutilmente attivato e proposto sul mercato per reperire un'occupazione retribuita confacente alle proprie attitudini professionali, poiché il riconoscimento dell'assegno non può estendersi fino a comprendere ciò che, secondo il canone dell'ordinaria diligenza, l'istante sia in grado di procurarsi da solo.
Obiettivi dell'assegno di mantenimento
- Garantire il sostentamento del coniuge economicamente più debole
- Coprire spese ordinarie e necessarie
- Tutelare eventuali figli, se previsto (assegno di mantenimento per i figli)
Durata dell'assegno di mantenimento
L’assegno di mantenimento vale
solo fino al divorzio. Con la pronuncia definitiva di scioglimento del vincolo, la disciplina cambia e subentra l’assegno divorzile, con finalità e criteri diversi.
Che cos'è l'assegno divorzile
L’assegno divorzile (disciplinato dalla Legge sul Divorzio, L. 898/1970) è una somma periodica (o, in alcuni casi, una somma una tantum) destinata all’ex coniuge dopo il divorzio, con finalità differenti rispetto all’assegno di mantenimento.
È qui che la giurisprudenza delle Sezioni Unite (Cassazione sentenza n. 18287/2018) ha portato un cambiamento profondo.
I criteri per determinare l'assegno divorzile
La Corte con la sentenza a Sezioni Unite n. 18287/2018 ha stabilito che:
“Il riconoscimento dell’assegno di divorzio richiede l’accertamento dell’inadeguatezza dei mezzi o dell’impossibilità di procurarseli per ragioni oggettive, attraverso l’applicazione dei criteri di cui alla prima parte dell’art. 5, comma 6, L. 898/70.”
Secondo questo indirizzo giurisprudenziale, nel determinare l’assegno divorzile il Giudice deve:
- Valutare le condizioni economico-patrimoniali delle parti incluse le potenzialità future
- Verificare l’esistenza di uno squilibrio ed accertare se tale squilibrio derivi da scelte condivise durante il matrimonio
- Tenere conto del contributo dato alla vita familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale
- Considerare la
durata del matrimonio e l’età del richiedente
Obiettivi dell'assegno di divorzio
Funzione assistenziale
L’assegno garantisce un sostegno al coniuge economicamente debole, ma
non per ricostruire il livello di vita precedente: conta l’effettiva inadeguatezza dei mezzi e l’impossibilità oggettiva di reperirli.
Funzione compensativa e perequativa
Le Sezioni Unite hanno chiarito che la funzione dell’assegno è anche:
- compensativa, per riconoscere i sacrifici e le rinunce professionali sostenute durante il matrimonio
- perequativa, per riequilibrare gli effetti economici derivanti dalle scelte familiari condivise
Durata dell'assegno divorzile
Non esiste una durata fissa prestabilita per legge per l’assegno divorzile: dura finché permangono i presupposti che lo giustificano.
Quando viene REVOCATO
1) Nuove nozze del beneficiario
Se l’ex coniuge che riceve l’assegno si risposa, l’assegno divorzile cessa automaticamente.
Motivo: il nuovo matrimonio crea una diversa famiglia legittima e presuppone una nuova solidarietà economica.
2) Convivenza stabile (famiglia di fatto)
La Cassazione ritiene che una convivenza duratura e con progetto di vita comune può far cessare l’assegno.
Condizioni richieste:
- convivenza stabile e non occasionale
- progetto economico e affettivo condiviso
- contributo reciproco tra i partner
Se la convivenza è solo saltuaria, può non bastare: serve una “famiglia di fatto”.
3) Significativo miglioramento della situazione economica del beneficiario
Se il beneficiario ottiene:
- un lavoro stabile meglio retribuito
- un’eredità importante
- l’acquisto di beni che cambiano la sua autosufficienza
… l’assegno può essere revocato o ridotto.
4) Peggioramento della situazione economica dell'obbligato
Se chi paga subisce un forte peggioramento economico:
- perdita del lavoro
- malattia invalidante
- fallimento
… e non ha più capacità contributiva, il Giudice può revocare l’assegno o ridurlo.
Quando viene RIDOTTO
1) Aumento del reddito del beneficiario
Un aumento del reddito non sufficiente a renderlo indipendente può comunque portare a una riduzione.
2) Riduzione dei redditi di chi paga
Anche un moderato peggioramento economico dell’obbligato può portare a una riduzione.
3) Nuova famiglia del coniuge obbligato
Se chi paga ha nuovi figli o un nuovo nucleo familiare, il giudice può considerare i nuovi oneri.
Questo di solito porta a una riduzione, non alla revoca totale.
Quando viene MODIFICATO (revisione)
L’assegno può essere rivisto in qualsiasi momento, su richiesta di una delle parti, se avvengono “giustificati motivi sopravvenuti”, cioè cambiamenti sostanziali rispetto alla situazione valutata in sentenza.
Esempi di motivi validi:
- cambiamento del lavoro
- eredità o vendita di immobili
- malattia sopravvenuta
- nuovi obblighi familiari
- mutamento dei redditi o delle spese necessarie.
- Per approfondimenti si rimanda all'articolo dedicato: "Stop all'assegno di mantenimento"
Richiedi una consulenza economica personalizzata
Se stai affrontando una separazione o un divorzio, comprendere le tue tutele economiche è fondamentale per prendere le decisioni migliori.
Posso aiutarti a:
- Valutare il tuo diritto all’assegno
- Analizzare la tua situazione patrimoniale
- Preparare una strategia chiara per il giudice o la controparte
- Evitare errori che possono costare tempo e denaro
L'Avvocato Claudia Lantieri riceve le telefonate tutti i giorni dalle 9,00 alle 18,00



