Quando una coppia si separa o si scioglie la convivenza, il tema del
mantenimento dei figli è uno dei più delicati da affrontare. La legge italiana, sia attraverso la
Costituzione che il
Codice Civile, stabilisce che entrambi i genitori hanno il dovere di
mantenere, istruire ed educare i figli, tenendo conto delle loro capacità, inclinazioni e aspirazioni.
Il
diritto dei figli ad essere mantenuti è quindi fondamentale e, nel caso in cui uno dei genitori si sottragga a questo obbligo, possono derivarne
conseguenze civili e penali.
Indice
- Cos'è l'obbligo di mantenimento e chi deve contribuire
- Come si calcola l'assegno di mantenimento
- Cosa comprende l'assegno di mantenimento
- Cosa non comprende l'assegno di mantenimento
- La revisione dell'assegno di mantenimento
- Quando termina l'obbligo di mantenimento dei figli
- Assistenza legale per il mantenimento dei figli
- FAQ
Cos'è l'obbligo di mantenimento e chi deve contribuire
L'obbligo di mantenimento dei figli è sancito dalla legge e spetta a entrambi i genitori, in proporzione alle rispettive capacità economiche, reddituali e patrimoniali. Questo dovere sussiste indipendentemente dall'affidamento (condiviso o esclusivo) o dal collocamento dei figli.
L'assegno di mantenimento è la somma di denaro che il genitore non convivente (o quello con un maggiore disparità di reddito, anche in caso di collocamento paritario) versa all'altro per coprire parte delle spese ordinarie.
Come si calcola l'assegno di mantenimento
Non esiste una formula matematica rigida per il calcolo dell'assegno di mantenimento.
Il Giudice valuta diversi fattori per stabilire un importo equo:
- Le attuali esigenze del figlio: spese per vitto, alloggio, istruzione, attività sportive/ricreative e sanitarie ordinarie.
- Il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza.
- I tempi di permanenza presso ciascun genitore (maggiore è il tempo, minore può essere l'assegno indiretto, favorendo il mantenimento diretto).
- Le risorse economiche di entrambi i genitori (redditi da lavoro, proprietà, patrimonio).
- La valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.
Anche se un genitore ha un reddito basso o risulta disoccupato, resta comunque tenuto a contribuire al mantenimento dei figli.
Le
tabelle del Tribunale di Milano prevedono come riferimento un importo minimo di circa
€200 al mese per figlio, da adeguare caso per caso.
L’obiettivo del giudice o dell’avvocato, in sede consensuale o giudiziale, è sempre la tutela del minore, garantendo al contempo l’equilibrio economico del genitore obbligato.
Cosa comprende l'assegno di mantenimento dei figli
L’assegno di mantenimento figli è l’importo che uno dei genitori versa all’altro per contribuire alle spese ordinarie legate alla crescita dei figli.
Secondo le
linee guida del Tribunale di Milano, l’assegno comprende:
- vitto e mensa scolastica;
- spese di casa (affitto, utenze, consumi);
- abbigliamento ordinario e stagionale;
- materiale scolastico di uso comune;
- medicinali da banco.
A queste spese ordinarie si aggiungono le spese straordinarie, che vengono suddivise tra i genitori in proporzione ai redditi e possono richiedere o meno un accordo preventivo.
Cosa non comprende l'assegno di mantenimento
L'assegno di mantenimento non comprende le spese straordinarie.
Le spese straordinarie si dividono in varie categorie, secondo le indicazioni del Tribunale di Milano:
1. Spese mediche
- Senza accordo preventivo: visite specialistiche prescritte, tickets sanitari, cure presso il Servizio Sanitario Nazionale, occhiali o lenti correttive, farmaci prescritti.
- Con accordo preventivo: cure dentistiche private, trattamenti fisioterapici o termali, farmaci omeopatici, visite in strutture private.
2. Spese scolastiche
- Senza accordo: tasse e libri scolastici pubblici, corredo scolastico, dotazioni informatiche richieste dalla scuola, assicurazione scolastica, gite senza pernottamento.
- Con accordo: scuole private, gite con pernottamento, corsi di recupero, master o corsi post universitari, alloggio presso sede universitaria.
3. Spese extrascolastiche
- Senza accordo: doposcuola, centri estivi o attività organizzate da enti pubblici.
- Con accordo: corsi di lingua, musica, sport, attività ricreative, viaggi studio, baby sitter, conseguimento della patente e acquisto del mezzo di trasporto.
La revisione dell'assegno di mantenimento
Le esigenze di un figlio cambiano con la crescita. Per questo motivo, l'importo stabilito in fase di separazione può essere modificato.
La revisione del mantenimento dei figli può essere richiesta al Tribunale se si verificano mutamenti nelle circostanze di fatto o di diritto:
- Un aumento o una riduzione significativa del reddito di uno dei genitori.
- Il mutamento delle esigenze del figlio (es. passaggio alle superiori o all'università, insorgenza di una malattia).
- Una diversa collocazione temporale del figlio presso i genitori (come nel caso in cui il padre trascorra più tempo con loro, riducendo il suo contributo indiretto).
Quando termina l'obbligo per il mantenimento dei figli
Una delle domande più frequenti è:
“fino a quando bisogna pagare il mantenimento dei figli?”
Contrariamente a quanto molti pensano,
l’obbligo non termina automaticamente al compimento dei 18 anni.
Il genitore deve continuare a mantenere il figlio
finché non raggiunge l’indipendenza economica, cioè quando ottiene un reddito stabile e proporzionato alla propria formazione.
La giurisprudenza distingue tra figli che si impegnano nello studio o nella ricerca di lavoro, e quelli che, pur maggiorenni, non si attivano per rendersi autonomi. In questo secondo caso, il genitore può chiedere la revoca o la riduzione dell’assegno di mantenimento.
Ogni situazione va comunque valutata caso per caso, alla luce delle circostanze familiari, economiche e personali.
Assistenza legale per il mantenimento dei figli
Se hai bisogno di chiarimenti su come calcolare o modificare l’assegno di mantenimento per i figli, è importante rivolgersi a un
avvocato esperto in diritto di famiglia.
Lo studio legale potrà assisterti nella determinazione dell’importo, nella gestione delle spese straordinarie e nella tutela dei tuoi diritti e di quelli dei tuoi figli.
L'Avvocato Claudia Lantieri riceve le telefonate tutti i giorni dalle 9,00 alle 18,00
F.A.Q.
Cosa sono le spese straordinarie e come vengono ripartite?
Sono le spese che non sono prevedibili e ricorrenti (es. gite scolastiche costose, spese mediche specialistiche, sport agonistico). Di solito vengono ripartite tra i genitori in percentuali stabilite dal Giudice (spesso 50% ciascuno o in base ai redditi), ma in molti casi necessitano del preventivo consenso dell'altro genitore.
L'assegno unico universale sostituisce l'assegno di mantenimento?
No. L'Assegno Unico Universale (AUU) è un contributo statale che va corrisposto al genitore collocatario (o in parte a entrambi), ma non sostituisce l'assegno di mantenimento stabilito dal Giudice o dagli accordi. Quest'ultimo rimane dovuto per coprire le altre esigenze di vita quotidiana del minore.
Cosa rischio se non pago il mantenimento?
L'inadempimento può portare a gravi conseguenze civili e penali. Il genitore creditore può avviare un'azione esecutiva (pignoramento dello stipendio o dei beni) e, nei casi più gravi e protratti, si configura il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare.
E' possibile ridurre o aumentare l'importo dell'assegno?
Sì, è possibile richiedere la revisione del mantenimento dei figli al Tribunale. La richiesta è ammessa solo se si verificano mutamenti nelle circostanze di fatto (es. perdita del lavoro, aumento significativo del reddito, nuove esigenze del figlio) rispetto al momento in cui l'assegno è stato stabilito.


